22 Ottobre 2024
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Storia del pattinaggio artistico

Sconta forse il suo status di sport “non olimpico” e per questo è spesso considerato una sorta di parente povero della sua versione sul ghiaccio. Ed invece il pattinaggio a rotelle gode – e ha goduto in passato fin dalla fine dell’800 – di una enorme ed ininterrotta popolarità che si è sviluppata di pari passo con l’evoluzione “tecnica” degli attrezzi che lo rendono possibile – i pattini a rotelle, per l’appunto – e con la loro diffusione a macchia d’olio in tutto il mondo a partire dal primo boom, manco a dirlo, presso il pubblico americano. Se i pattini per il ghiaccio sono sorti come “necessità”, ovvero come mezzo di trasporto per facilitare gli spostamenti sulle superfici ghiacciate nei paesi in cui tale stato perdurava per diversi mesi nel corso dell’anno, quelli a rotelle nacquero per puro svago e divertimento proprio per “emulazione” di quelli da ghiaccio. Essendo la loro tecnica costruttiva non particolarmente semplice anche solo per ottenere un attrezzo rudimentale, la nascita dei pattini a rotelle fu di parecchio successiva rispetto a quella dei modelli da ghiaccio ma in compenso la loro “evoluzione” tecnica fu rapidissima, segnata da diverse “innovazioni” che, a poco a poco, ne hanno fatto l’oggetto che oggi comunemente conosciamo. Analogamente a quanto avvenuto per l’ice skating, anche il roller skating da semplice divertimento e passatempo si è trasformato presto in uno sport caratterizzato da diverse specialità, sia di velocità che artistico. Tuttavia, nonostante la sua popolarità, è rimasto in seno al CIO – il Comitato Olimpico Internazionale – con lo status di “World Game”, ovvero nel novero di quelli sport che, in predicato di diventare olimpici, non lo sono ancora pur potendo organizzare competizioni internazionali riconosciute con valore ufficiale.

La storia dei pattini a rotelle sembra prendere le mosse dall’idea di uno sconosciuto creativo londinese di cui non è arrivato a noi il nome e che durante una esibizione ginnica nel 1743 apparve con una sua originale invenzione: delle scarpe con applicate delle piccole ruote in metallo. La prima versione documentata dei pattini risale al 1760 ed arriva da una idea di un altro inglese, John Joseph Merlin, che ne costruì un rudimentale paio “In linea”, curiosamente antesignani dei moderni roller, mentre il primo brevetto depositato ufficialmente sul tema è francese, ad opera di un certo Monsieur Petitbled nel 1818. I primi pattini, ovviamente, erano difficilissimi da manovrare, consentivano solo curve ampie ed incerte e non avvicinavano nemmeno lontanamente la grazia e l’eleganza che fin da subito era permessa dei pattini a lama sul ghiaccio. Ecco perché numerose ed in tutto il mondo furono le invenzioni, più o meno fortunate, che tentavano di migliorare la manovrabilità e la facilità di utilizzo di quelli che erano stati accolti inizialmente come dei curiosi attrezzi. La prima tappa fondamentale fu l’invenzione del pattino con le ormai tradizionali quattro ruote – New York 1863 – grazie al quale il patinatore poteva cambiare direzione semplicemente spostando il peso su una parte o sull’altra del piede: questa innovazione rese il roller skating molto più semplice, agile, maneggevole e gli garantì un immediato ed enorme successo di pubblico rendendolo assolutamente popolare. Altre “pietre miliari” nella storia dei pattini furono l’invenzione delle ruote “indipendenti” dall’asse – Birmingham, 1876 – che costituirono da allora lo standard costruttivo non solo per i pattini ma anche per gli skateboard il brevetto del freno a tampone – stesso anno, il 1876 – e, nel 1884, quello dei cuscinetti a sfera all’interno delle rotelle che diminuirono radicalmente l’attrito rispetto ai modelli precedenti permettendo il raggiungimento di velocità estremamente elevate. Si può dire che da allora, salvo il normale restilyng estetico ed affinamento tecnico che ha interessato tutti gli oggetti che hanno attraversato i decenni fino ai nostri giorni, i pattini “quad” tuttora utilizzati nel pattinaggio artistico siano rimasti praticamente immutati.

La Federazione Italiana Pattinaggio a Rotelle, ovvero l’organo nazionale affiliato al CONI e alla Federation Internationale de Roller Sports, è nata nel 1922 su iniziativa di uno dei più noti ed attivi mecenati sportivi del tempo, il conte Alberto Bonacossa, filantropo, scrittore e uomo di sport, il quale oltre che delle discipline motociclistiche, del tennis, degli sport invernali e del ghiaccio, fu promotore nel nostro paese anche dell’hockey su pista, il cui primo incontro internazionale sul suolo italiano si tenne nel 1912. E proprio l’hockey è nel nostro paese il più “antico” fra gli sport della “rotella” ed anche quello in cui il nostro paese vanta una più consolidata tradizione con tre Campionati Mondiali vinti e due Europei, l’ultimo nel 2014.

Accanto all’hockey ben presto si sviluppò anche un interessante movimento nel pattinaggio di velocità e, contemporaneamente, nel pattinaggio artistico a rotelle sulle orme del precedente “omologo” su ghiaccio. Se nella specialità di velocità, con competizioni sia su strada che su pista corse “in gruppo”, il pattino a quattro ruote è stato presto abbandonato riservando le gare ai pattini in linea – o rollerblade come sono chiamati per la casa produttrice che li brevettò nei primi anni ’80 – il pattinaggio artistico vanta tuttora numerosi partecipanti e buon successo. In maniera similare al ghiaccio, esso si compone di diverse specialità: nel singolo si gareggia da soli nelle categorie maschile e femminile su una serie di esercizi “obbligatori” valutati singolarmente oppure abbinati ad un programma libero – la “combinata” – con cui compongono il punteggio finale del concorrente; nel pattinaggio “di coppia” si può gareggiare sia nella specialità “classica” che nella “danza” anche qui con regole assai simili a quelle degli omologhi sul ghiaccio; infine nelle gare “di gruppo” – o “pattinaggio spettacolo” – la competizione è riservata a diversi raggruppamenti di atleti – dai quartetti a squadre formate da 12, 16 o 30 elementi – che si misurano su fattori tecnici e coreografici. Se molti conoscono la grande tradizione italiana nel pattinaggio artistico su ghiaccio, molti meno sanno che nella omologa versione “a rotelle” il nostro paese è un vero e proprio dominatore della scena Mondiale sia a livello di gare singole che in coppia. Nel singolo maschile, per esempio, Luca Lallai, Luca D’alisera, Roberto Riva, Andrea Barbieri, Dario Betti ed Alessandro Amadei hanno monopolizzato completamente il podio nei Mondiali dell’ultimo decennio, mentre in campo femminile negli anni novanta è stata protagonista Letizia Tinghi aggiudicandosi ben 12 medaglie, di cui 6 d´oro, ai campionati mondiali oltre a due affermazioni agli Europei. Negli anni 2000 la supercampionessa è senza dubbio Tanja Romano, sette volte Oro Mondiale fra il 2003 ed il 2010 e che ha passato il testimone a Debora Sbei – per lei quattro titoli compreso quello del 2014 – e Cristina Trani. Nelle coppie, sia nell’artistico che nella danza, i campioni mondiali dal 2003 ad oggi sono stati tutti italiani: da Federico Degli Esposti e Marika Zanforlin, che dopo una sequenza di titoli hanno deciso di passare al ghiaccio nel 2008 per inseguire senza successo il sogno olimpico, a Melissa de Candido che, con diversi partner, ha conquistato sei ori, due argenti e due bronzi diventando l’atleta più medagliata nella storia della roller dance.

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